Il protagonista è Giuseppe Grassonelli, un capo della Stidda di Agrigento, l’unica organizzazione criminale che ha apertamente convissuto in Sicilia con la Mafia. Il documentario racconta una storia di omicidi familiari e di vendette sullo sfondo di una faida per il controllo del territorio Agrigentino, negli anni 70 e 80. Ma il documentario racconta soprattutto la storia di amicizia fra Grassonelli, ormai in carcere dal 1992, e senza speranza di uscirne, e il giornalista Carmelo Sardo, che in questi 24 anni di carcere gli è stato vicino e gli ha insegnato il grande valore della Cultura. Grassonelli non è pentito, ma entrato in penitenziario analfabeta, si è laureato e ha scritto un libro da testimone, sulle storie di mafia che ha vissuto, e sulle motivazioni culturali e familiari all’origine di questa piaga, senza indugiare in commiserazioni e giustificazioni. I valori dell’amicizia e della cultura sono i protagonisti che accompagnano Grassonelli in un rigoroso e profondo percorso di redenzione intellettuale.
SCHEDA TECNICA
Regia: Toni Trupia
Sceneggiatura: Toni Trupia, Carmelo Sardo
Produzione: Interlinea Film
Con il sostegno di: Ministero per i Beni e Le Attività Culturali Regione Sicilia, Regione Lazio -‐ Fondo Regionale per il Cinema e l’audiovisivo. Realizzato con l’ausilio della Legge Cinema sul Tax credit
Produttore: Maurizio Antonini
Produttore associato: Leonardo Paulillo, Angelisa Castronovo
Montaggio: Daniele Pace
Fotografia: Leone Orfeo
Durata:73’
Paese: Italia
Anno: 2016
Contatti: e-mail: info@interlineafilm.com – Tel: +39.06. 4208 5767 www.interlineafilm.com
“Fin dai primi incontri con i protagonisti di questa storia, mi sono convinto che nel divenire di questa vicenda così unica e personale c’è la storia recente della Sicilia, le contraddizioni e il riscatto di un territorio travagliato ma al tempo stesso di una bellezza sconvolgente, quello della provincia di Agrigento, che nel corso degli ultimi vent’anni ha molto lavorato per ritrovare la propria identità sottraendosi al dominio di forze oscure che ne hanno determinato i processi di sviluppo in contrasto con l’attività dello Stato e dei presidi di legalità. Ma c’è anche altro. C’è il resoconto di un’esperienza carceraria drammatica e, al tempo stesso, esemplare”.
(Toni Trupia)