I Am Mariam Binladen

12 settembre 2019

18 : 00

Concorso italiano

Breve Sinossi:

Dal 1875 in poi, già più di 2000 persone sono riuscite ad attraversare lo stretto di Dover, ma molte altre hanno fallito. Questa performance è per i nuotatori ciò che l’Everest è per gli alpinisti: una leggenda. Mariam ha sentito parlare per la prima volta di questa disciplina da sua madre quando aveva 11 anni. Le raccontò di Abdellatief Abouheif (1929-2008 Alessandria), il primo uomo arabo ad attraversare la Manica. Quella storia è rimasta nella mente di Mariam quando era bambina e ora, 20 anni dopo, è diventata un suo sogno. Il cognome di Mariam è Bin Laden: un cognome che fa ancora paura. Osama Bin Laden era uno dei 52 zii di Mariam. Bin Laden è un nome difficile da portare. Ma il fatto che una pecora nera in famiglia abbia fatto quello che ha fatto non dovrebbe macchiare l’onore di una famiglia che ha fatto e fa ancora molto per il progresso e il benessere dell’Arabia Saudita. Mariam si tuffa in acqua ed eccola lì. Non sta ancora nuotando nella Manica. Sta nuotando nel Tamigi, 225 km a nord di Londra. Il Ramadan prenderà il via tra pochi giorni, rendendo il suo viaggio ancora più impegnativo. Ha 10 giorni per raggiungere la capitale dell’Inghilterra, una performance che la renderà la prima donna a nuotare lungo il Tamigi….Un ottimo allenamento per Miriam in vista della sfida della Manica.

TRAILER

Regia: Vito Robbiani
Produzione: Dugong Films, mediaTREE productions Ltd. e RSI Radiotelevisione Svizzera
Produttori: Vito Robbiani e Marco Alessi
Sales Agent: COCCINELLE FILM
Montaggio: Nicolò Tettamanti
Durata: 70’
Paese: Italia e Svizzera
Anno: 2019
Contatti: Raffaella Pontarelli │ rpontarelli@coccinellefilm.com Francesca Breccia │fbreccia@coccinellefilm.com

Note di Regia:

“Insegnavo sci quando per la prima volta ho sentito parlare di Mariam. Un suo parente mi ha parlato delle sfide di questa giovane ragazza saudita, ma anche di quel mondo progressista e tutto al femminile che lei cerca di rappresentare. Subito ho deciso che questa storia avrebbe meritato un documentario. Solo dopo alcuni giorni averla conosciuta mi era poi stato rilevato il suo cognome e così avevamo stabilito che nel film si sarebbe parlato anche della difficoltà di essere legati a quel personaggio appartenente alla famiglia che ha lasciato un marchio indelebile nella storia di questo nuovo millennio. Poi il vento in Arabia Saudita è cambiato e l’incertezza per le potenti famiglie del regno ha impattato anche le sorti di questo piccolo documentario. Abbiamo dovuto accettare diverse revisioni e la parte legata al cognome è stata rimossa. Ma forse, la risposta alla domanda che tutti vorrebbero fare ad una Binladen, è diventata il film stesso, perché proprio per sentirsi una persona qualsiasi, Mariam ha dovuto fare una cosa eccezionale…” Vito Robbiani