Bosnia Express

17 Settembre 2021

21:30

Concorso italiano – Lungometraggi

Breve Sinossi:

Bosnia Erzegovina. Le diversità sono molteplici in questa zona del pianeta e la tensione qui ha un potenziale distruttivo. Non sempre. Talvolta può avere una forza creativa, può essere perciò l’uno e l’altro.
Un treno attraversa lento il cuore della Bosnia Erzegovina: Sarajevo, Tuzla, Srebrenica, Konjic, Mostar.
Donne, religione, guerra, violenza, arte lanciati sullo schermo come dadi su una scacchiera o giocati alla roulette russa. In palio vita o morte, verità o menzogna. La macchina da presa di Massimo D’Orzì in Bosnia Express indaga dietro il ritrovato ordine delle cose. Fin dove può giungere lo sguardo per conoscere? Una scuola di danza, i corridoi della facoltà di pedagogia islamica, le aule di musica rock, la collina di Medjugorjie, sono i luoghi da cui i personaggi muovono l’inchiesta. Ma come è possibile chiedere ai carnefici o alle vittime conto di un orrore?
La guerra non ha un volto di donna. Non è successo niente in Bosnia Erzegovina. Niente.
Bosnia Express è un film documentario – una chiave di lettura storica – che affronta una dimensione di carattere globale in quanto la storia dei balcani è storia europea.
Il film assume di volta in volta la forma di un diario intimo alternando rappresentazione, racconto e metafora, fra tragedia, ironia e poesia legate insieme da un filo sottilissimo.

TRAILER

Regia: Massimo D’orzi
Produzione: Loups Garoux Produzioni, Il Gigante, Istituto Luce Cinecittà
Produttore: Massimo D’orzi
Montaggio: Paola Traverso
Fotografia: Armin Karalic
Durata: 70’
Paese: Italia
Anno: 2021
Contatti: Alessio Massatani | a.massatani@cinecittaluce.it

Note di Regia:

Si va in Bosnia per perdere i propri confini (mentali). Per acquisirne di nuovi. Vi si entra chiedendo il permesso, preoccupandosi di fare attenzione a non innervosire nessuno e in men che non si dica si finisce su quella giostra che dopo ripetuti giri ci riporta al punto di partenza. La Bosnia è un luogo di frontiera. Ma quale frontiera? Frontiera di accesso per i musulmani in Europa? Per i cattolici spinti a Est che vorrebbero insinuarsi nelle terre storicamente governate dalla Chiesa d’Oriente? Frontiera di un’Europa che latita, frontiera d’Oriente e Occidente, di scismi ed eresie. O terra di nessuno, dei bosniaci. E basta. Con Bosnia Express mi sono illuso di avere in mano il biglietto per documentare le scorribande, le innumerevoli atrocità, le complicità perpetrate a vari livelli. Ma ho finito per arrendermi di fronte ai volti di donna che mi fornivano un’altra verità. Nel documentario, la parola, il commento, che inizialmente volevo banditi, sono stati uno strumento fondamentale per raccontare i mille interrogativi. Il documentario assume di volta in volta la forma di un diario intimo alternando rappresentazione, racconto e metafora, fra tragedia, ironia e poesia legate insieme da un filo sottilissimo. Un film pieno di interrogativi che il suo autore gira direttamente agli spettatori per riannodare i fili della Storia e vincere le lusinghe dei luoghi comuni rischiando di perdersi innumerevoli volte all’interno della giostra balcanica.