regia di Flaminia Lubin
domenica 13 dicembre 2015, h.17.00 – Sala Greenhouse
In che modo i media tradizionali influenzano l’interpretazione degli scenari di guerra in Medio Oriente? Si limitano a interpretare o fanno qualcosa di più, influenzando prese di posizione e decisioni? L’informazione in tempo di guerra, così si dice, è conflitto mediatico, si confonde sempre con la propaganda e a ogni verifica concreta c’è sempre qualcosa che non torna. Vale anche per i nuovi media? Oppure c’è da sperare che il web contribuisca a creare una cultura diversa, orientata verso la pace e l’accettazione dell’altro?
A queste e ad altre domande tenta di dare una risposta un documentario di grande interesse. In lingua araba, «Yalla» significa «andiamo», «Let’s do it». È un termine molto usato nello slang ebraico, anche in segno di approvazione.
SCHEDA TECNICA
Regia: Flaminia Lubin
Produzione: GLOBAL VISION GROUP
Produttore: Andrea De Marco
Produttore esecutivo: Raffaella Spizzichini, Beverly Moore Ben Lulu
Montaggio: Fabio Trebbi
Durata: 56′
Paese: Italia
Anno: 2015
Contatti: http://www.yallanewmediapeace.com
“La chiave dell’incredibile successo di Yalla è l’enorme potenza globale di internet catalizzata nei social networks. Da Ramallah l’ingegnere palestinese Mamoum Abdullah Salim, docente di nuovi media conferma: “ Tutti vogliono imparare ad usarli, credo che siano un nuovo strumento per la pace. E’ importante pero’ che le cose si muovano parallelamente anche sul territorio, non solo sul web. A questo proposito sono utili le piattaforme digitali che ospitano i blogs e che offrono soluzioni pratiche alla gente”.
Il documentario esplora quel che sta cambiando nel profondo della prima generazione “social”. Facebook propone sempre più giovani come la palestinese Joana, che afferma “I love Israel”, o l’israeliano Ronny che assicura “Israel loves Iran”. Inimmaginabile fino a poco tempo fa, questa rivoluzione sta scardinando le narrative dominanti. Joana e Ronny non sono casi isolati di giovani sognatori, tutt’altro. Sono un esempio della nascita di un fenomeno globale del tutto sconosciuto: I nuovi Media e la Pace”.
(Flaminia Lubin)