regia di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
sabato 12 dicembre 2015, h.15.00 – Sala Greenhouse
Il castello è un film che racconta un anno dentro l’aeroporto intercontinentale di Malpensa, un luogo in cui la burocrazia, le procedure e il controllo mettono a dura prova la libertà degli individui, degli animali e delle merci che da lì transitano. L’aeroporto è un luogo strategico in cui si concentrano tutte le forze dell’ordine esistenti in un paese. Qui si sperimentano le nuove forme del controllo: un laboratorio permanente sulla sicurezza come nessun altro spazio pubblico riesce ad essere. Servizi Segreti italiani e stranieri, Polizia di Frontiera, Guardia di Finanza, Guardie giurate, cani anti droga anti valuta e anti esplosivo, telecamere ovunque e la paura sempre alimentata di un pericolo sconosciuto in arrivo.
SCHEDA TECNICA
Regia: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Soggetto: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Produzione: Montmorency Film
In collaborazione con: RAI CINEMA
Con il contributo di: Lines
Montaggio: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Fotografia: Massimo D’Anolfi
Distribuzione internazionale: GA&A
Durata: 90’
Paese: Italia
Anno: 2011
Contatti: Montmorency Film
“Abbiamo deciso di girare un film in un aeroporto intercontinentale perché crediamo che sia il luogo in cui, meglio che altrove, si riesce a comprendere l’ossessione per la sicurezza, la paura dell’altro e la strategia del controllo che pervadono il nostro presente. Ogni aeroporto è percorso da un doppio movimento: da un lato c’è il flusso provvisorio, multiforme e conosciuto delle persone che viaggiano, dall’altro il ciclo continuo, ripetitivo e sconosciuto dei lavoratori e dei loro strumenti. Lo sguardo del film è rivolto ai luoghi normalmente inaccessibili e invisibili perché è nel loro rivelarsi e nel loro stabilire un rapporto con ciò che si conosce che il mosaico si fa completo e che si spiega l’indissolubile legame tra controllore e controllato, tra programmazione e casualità, tra sicurezza e paure reali o costruite. Scegliamo di seguire il lavoro delle forze dell’ordine, non per sposarne il punto di vista, ma per consentire al nostro sguardo di rimanere sospeso in equilibrio tra il forte e il debole, tra il legale e l’illegale, tra chi esercita il potere e chi è costretto a subirlo.
Il castello è un film d’osservazione: mettiamo la nostra macchina da presa sul cavalletto e la puntiamo per cercare di capire le cose che accadono davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Diamo alle immagini, al film una struttura, combinando pensiero razionale ed emotivo”.
(Massimo D’Anolfi e Martina Parenti)